APPUNTI INTERESSANTI…di Umberto Cortese

APPUNTI interessanti l’area circostante ed in particolare del
T.C. Match Ball Siracusa
Era il 1977, l’anarchia, l’avidità,l’abusivismo più disastroso e deleterio, dilagava e distruggeva une delle più belle città del mondo di ieri . Gli antenati si rivoltavano nelle tombe, il bello del passato veniva profanato , la natura trafitta e modificata. Le irresponsabilità politiche ,l’incapacità amministrativa , la mancanza di strumenti urbanistici, condannavano all’oscurantismo più assoluto una tradizione storica , che Siracusa aveva il vanto di portare nel mondo da sempre. Proprio quando il cavallo pazzo correva a pieno ritmo , nacque l’idea felice!…infelice!……saranno i prossimi anni a dirlo ; La gente libera , semplice, amante della verità , intanto ha preso a frequentare la realtà ideale.
Lassù dalla terrazza sovrastante l’orecchio di Dionisio , appoggiati ad nuna sporca ringhiera , attaccata dalla ruggine, guardavano le meraviglie del passato. Quel teatro che i greci con abilità e preparazione artistica avevano scavato nella roccia , rimpiangeva i vecchi splendori. Sentivi quasi un lamento corale ; l’anfiteatro , le grotte , l’orecchio di Dionisio, versavano nell’abbandono e nella trascuratezza . Piante abbattute recinzioni svelte, buchi ai muri , erbacce e sterpaglie proliferavano là dove i maestri della vita andavano a rigenerare lo spirito e purificare l’animo. Quasi preoccupati di questo stato di cose, spaziavamo con lo sguardo ; volevamo forse trovare qualcuno o qualcosa che ci convincevano di aver male interpretato le evidenze. Guardavamo il mare, verso sud, laggiù, dove un’ampia mozza luna demarca la battaglia che delimita il porto; al centro solo un vecchio naviglio , mezzo arenato , annerito dalle fiamme.
La pianura , terra un tempo lontano , ricca di orti, limoneti e languiva nell’incolto . Cercavano d’istinto la “ Piana del Fusco” , volevano a tutti i costi trovare l’appiglio conforto ; un angolo del bello , l’abbandono . I vecchi fabbricati , che furono il centro della corte agricola , stavano lì caduti ; i tetti sprofondati all’interno , gli stipiti di vecchie pietre squadrate, adagiati tra loro a mo’ di beoni ubriachi e sonnolenti . Quel verde cupo delle foglie di limone tendeva a cambiare colore. Gli agrumeti che un tempo non molto lontano ornavano e profumavano la necropoli del fusco, si presentavano malati e diradati; il mal secco non curato li aveva trasformati in ombre scheletrite e senza chioma . Lo sviluppo industriale ora giunto anche laggiù ; l’agricoltura razionale , non più redditizia , lasciava posto all’incolto , al deperimento e all’abusivismo .
 Accanto a questo squallore, un angolo di vita : un maneggio che nasceva . Spazi squadrati con api, tappeti verdi, alberature in fase di crescita delimitavano le zone e le attrezzature , dipingendo un quadro suggestivo e naturale.
Restammo affascinati dall’idea di allargare quel quadro , di fare rinascere il verde in quella zona , di portare i giovani nelle zone mitiche del passato perché potessero , alla presenza del suggestivo , del sacro o del bello , seguendo l’esempio degli antenati , ristorare lo spirito e addolcire l’animo , anneriti e intristiti dai problemi della bella vita.

Chi meglio del tennis poteva convivere con le testimonianze del passato.

 Studiamo attentamente i luoghi per inquadrare l’iniziativa in un contesto ambientale completo ; curammo in particolare , per evitare la profanazione del socio , la nozione ottica del visitatore. Si dovevano salvaguardare i luoghi con diaframmi arborei che intensificavano il verde quasi inesistente e abbandonato. Si doveva ripristinare lo stato originale della zona strappandola alle indiscriminate lottizzazioni abusive .
Si doveva continuare l’opera di sistemazione del verde e svago , iniziata poco prima su terreno limitrofo demaniale , di una società sportiva con la costruzione di un maneggio?

Oggi l’impianto è una realtà ; l’obbiettivo è stato centrato . Da lassù , dal vecchio belvedere del Teatro Greco un grande quadro naturale ripristinato si apre ai nostri occhi.

Alberi,verde e fiori risultano inseriti in una cornice luminosa e suggestiva : il porto di Siracusa. I campi, che avrebbero dovuto appiattire lo scenario , si nascondono e si confondono con il terriccio naturale dando migliore risalto al verde dei prati e all’ombra delle alberature . Basta percorrere il breve tratto di stradella che collega il Club Match ball con la strada panoramica Giulio Emanuele Rizzo per rientrare nella vecchia corte contadina .
I fabbricati caduti e cadenti sono stati magicamente rialzati . Le cornici delle porte e finestre , vecchie pietre lavorate da abili artigiani del passato , sono lì imponenti e civettuole a ornare quelle vecchie case . Il patio e la corte comune , è stato recuperato senza alterazioni o sovrastrutture ; tutto resta naturale nella esecuzione e nei materiali impiegati . Cocci di pietra locale sono incastrati a terra a mo di mosaico per ridare decoro a modestia dell’intero rustico dei fabbricati . I viali alberati davanti il cortile nascondono lo sguardo quasi civettuolo delle vecchie case recuperate.  Laddove erano presenti solo vecchi ceppi , sorge il vecchio parco giuochi per bambini vellutato di erba, ombrato di alberi , profumato di zagara
Il vecchio rudere che custodiva i macchinari della trivella , disuso , indecente e cadente è stato recuperato , ampliato e decorosamente rifinito inserendolo con semplicità e armonia nel testo del parco .
E’ stata curata con pignoleria la copertura ; quella sommità che poteva all’occhio del critico , interrompere l’armonia delle creste e l’equilibrio delle masse. Alberi d’alto fusto sono stati piantati attorno alla nuova costruzione , che rispetta nelle sagome e nella sostanza , salvo il modesto aumento di superficie , l’assunto critico sostenuto della Soprintendenza nell’approvazione del progetto di ampliamento di cui alla nota N° 480.
Laggiù , all’esterno Nord-Est del parco , dove con abile maestia la Soprintendenza di Siracusa , aveva proceduto ai saggi archeologici ed espresso parere favorevole per la costruzione di un campo è stata utilizzata l’intera area per realizzare in campo doppio del tipo accoppiato .Tale realizzazione non guasta minimamente i programmi della Sovrintedenza avendo questa già esplorato la zona ed espresso il parere per la utilizzazione anche se limitata ad un campo. Il verde e lo schermo richiesto è perfettamente rispettato dalla vasta estensione ad agrumeto (circa 100\150 mt.) esistenti lungo il proprio confine che si esistente fino ai bordi della strada   panoramica G.E. Rizzo . Tale polmone di verde maschera totalmente l’opera realizzata mimetizzando il campo da gioco e isolando il complesso dell’ambiente circostante.
Quanto altro realizzato fatta eccezione del campo n° 1 costruito in tempi particolari e per motivi di necessità , è stato eseguito dietro il diretto controllo dell’organo Regionale che imponeva ubicazioni e distanze dettate da scelte discrezionali e contraddittorie spesso volte con le condizioni imposte preventivamente nell’approvazione del piano generale .
Le stradelle , a fondo naturale , sono percorsi obbligati dal posizionamento dei campi avallati verbalmente dal Soprintendente che dirigeva e sorvegliava i lavori, quindi a tutti ben noti.
Lo sforzo il rispetto dell’ambiente e dei luoghi è proseguito anche nella realizzazione dei muri di confine e dei terrazzieri . La pietra viva, caratteristica dei luoghi è stata riportata nella esecuzione dei muri , delle dividenti e nelle piazzuole di assoluzione . L’intero fondo è stato anche risanato dalle acque stagnanti e paludose ; i canali di scolo sono stati ripristinati e , in tratti , convogliati sottoterra .Nell’insieme tutto resta in armonia con la natura dalla quale nasce e si identifica .
L’ampia pianura oggi è un tappeto verde in cui l’ombra di una pallina da tennis traccia disegni armoniosi di stile e di piacere     forse nettamente in contrasto con il brullo , l’incolto e l’assolato terreno limitrofo anch’esse sotto il vincolo archeologico della Soprintendenza , dove disseminati abusi edilizi e indecorose testimonianze di incivismo stanno definitivamente rendendo irrecuperabile la zona.

L’idea di creare il Tempio moderno del tennis ha cucito la tradizione antica dell’arte con le esigenze primarie di oggi di salvaguardare anche attraverso lo sport la vita di tantissimi giovani altrimenti preda della corruzione immanente di oggi. Da tre anni in questo circolo si svolge una intensa attività sportiva a tutti i livelli . Più di cento Soci frequentano con passione le attrezzature ed i locali del circolo . Cento e passa sono i giovani tennisti che frequentano la Scuola Addestramento Tennis , la Preagonistica e l’Agonistica.

Il club partecipa con i propri Soci giocatori a tornei a carattere Regionale e Nazionale. Il grande tennis è approdato per la prima volta a Siracusa , grazie alla esistenza del Match Ball ed alla diudurna abnegazione dei Titolari dell’Associazione. Nel 1982 sono stati organizzati due tornei  internazionali di cui uno giovanile ed uno per giocatori  partecipanti alla graduatoria mondiale dei giocatori professionisti .
Grande successo di pubblico e di organizzazione hanno permesso di ripetere anche nel 1983 – mese di Marzo – quest’ultimo torneo internazionale . Questi sono i risultati anche se scaturenti da un iter creativo e costruttivo molto sofferto
Un saluto al sole quando nasce
drUmberto Cortese
Dedicato alle mie quattro figlie e costruito per loro : Lisa, Concita, Paola e Sabrina

La nascita del TC Match Ball raccontata da Umberto Cortese

2 Comments

  1. Maggio 29, 2011 at 6:34 am

    Alla faccia degli Appunti, scritti bene Ma bene, con grande maestria . Complimenti al mio Amico Umberto

    • Maggio 29, 2011 at 3:16 pm

      Questo scitto , è originale . questo è tutto il percorso vissuto. ma tu lo sai già. un bacio

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